sabato 31 ottobre 2009

La storia di Bilal

Bilal fu il primo africano ad accettare l'Islam. I suoi genitori erano stati condotti in Arabia come schiavi dall'Etiopia. Erano al servizio di Umayyah bin Khalaf. Bilal nacque in schiavitù e anche lui serviva lo stesso padrone dei genitori.
All'età di circa quarant'anni, attratto dagli insegnamenti del profeta Muhammad (saw) che aveva iniziato da poco ad insegnare la nuova religione dell'Islam, Bilal si convertì e divenne musulmano.
Umayyah bin Khalaf non era musulmano e ogni volta che lui e la sua famiglia si recavano ad adorare gli idoli, Bilal pregava Allah così come gli aveva insegnato l'Islam.
Agli albori dell'Islam i componenti della tribù dei Quraish erano forti e numerosi e non mostravano alcuna simpatia per questa nuova religione e per il suo Profeta (saw), anzi opprimevano coloro che la accettavano.
Un giorno, Umayyah bin Khalaf, venuto a sapere che Bilal pregava di nascosto, lo fece chiamare e gli chiese: "Bilal, è vero che adori il Dio di Muhammad?".
Bilal non aveva alcuna paura e rispose: "Sì, adoro Allah, l'unico Dio".
Umayyah s'adirò moltissimo e iniziò a torturare Bilal. Fu legato con delle corde e fatto sdraiare sulla sabbia bollente del deserto a mezzogiorno. Gli fu chiesto di dimenticare il Dio dell'Islam e di adorare i 'grandi' idoli Lat e Uzza, ma Bilal credeva fermamente nel nuovo credo e non si lasciò intimorire. Si rifiutava di adorare gli idoli e continuava a gridare: "Ahad, Ahad", che vuol dire "Unico, Unico". Le torture s'intensificarono; infierirono sul suo povero corpo già martoriato con del ferro rovente, ma Bilal continuava a resistere. Un giorno, sempre legato e sdraiato sulla sabbia sotto il sole cocente, gli appoggiarono un masso pesante sul petto. Bilal non ce la faceva più a sopportare quel peso e quel calore e perse i sensi. Al tramonto il caldo diminuì e Bilal riprese conoscenza; il masso non era più appoggiato sul suo petto. Domandandosi chi fosse venuto a liberarlo da quella sofferenza, aprì lentamente gli occhi e vide il volto splendente e sorridente del Profeta (saw). Il profeta Muhammad (saw) aveva sentito parlare e poi visto di persona le torture subite da Bilal. Soffriva anche lui nel veder soffrire a quel modo un vero credente come Bilal e provava pietà per lui. Disse quindi ad Abu Bakr di comperare Bilal e liberarlo così dalla schiavitù. Già altre volte il Profeta (saw) aveva fatto liberare molti schiavi allo stesso modo.
Bilal, il primo schiavo africano ad accettare l'Islam, aveva una grande fede in Allah e amava molto il Profeta (saw). Il suo carattere era puro e ben presto si guadagnò il rispetto del Profeta e degli altri grandi musulmani dell'epoca. Al Profeta (saw) piaceva la dolce voce di Bilal e gli diede l'incarico di recitare l'azan per chiamare la gente alla preghiera diventando così il primo muezzin.
Per tutta la sua vita Bilal rimase vicino al Profeta (saw) e fu al suo fianco in ogni occasione.Quando il Profeta (saw) morì, Bilal divenne triste e mantenne lo stesso stato d'animo fino alla fine dei suoi giorni. Dopo la morte del Profeta (saw) non se la sentì più di restare a Medina e si trasferì a Damasco, in Siria. Lì morì dopo circa otto o dieci anni. La sua tomba si trova nel cimitero musulmano di Damasco e la gente si reca tuttora a visitarlo.

venerdì 30 ottobre 2009

In occasione del compleanno dell'imam Ridha (a)

Il Profeta (s) disse: "Molto presto parte di me sarà sepolta nella terra di Khorasan [la provincia dove si trova la sacra città di Mashhad], qualsiasi credente che compierà il pellegrinaggio alla sua tomba, Dio gli renderà obbligatorio il Paradiso e proibirà il Fuoco dell'Inferno al suo corpo". Shaykh Saduq, Man la yahdhuruhul-faqih, vol.14, pag.553
FIORI FLOREALI

giovedì 22 ottobre 2009

Lezione per i giovani: Azioni che portano all'infelicità

Allah ci ha detto che certe azioni sono sbagliate, alcune di queste possono fare del male a noi o al nostro corpo, altre, possono ferire gli altri.
Ecco una lista di cose da non fare:
1) Non dire la preghiera in tempo senza un valido motivo. Per esempio se stai guardando la partita della squadra del cuore ed è ora di pregare, prima prega e poi guarda il resto della partita. Il nostro sesto Imam (a) ha detto: "Chi non prega in tempo, non è uno di noi".
2) Mangiare quando sei già sazio. Questo è male, perché ti rovini l'appetito e aumenti troppo di peso e poi il corpo faticherà a tenere a bada il peso in eccesso. Inoltre potresti perdere il rispetto per il cibo.
3) Tenere il broncio. Vuol dire fare il muso lungo quando non ottieni ciò che vuoi. Se i tuoi genitori ti negano qualcosa, lo fanno solo per il tuo bene.
4) Essere ostinato. Vuol dire che pensi che solo tu hai ragione e tutti gli altri hanno torto e ti rifiuti di ascoltare quello che dicono. Prima ascolta quello che ti dicono, pensaci su e poi decidi ciò che è giusto o sbagliato.
5) Dormire più del necessario. Se dormi troppo, ciò fa male. Più dormi e più sarai stanco. Questo vuol dire che se diventi pigro e stai a letto più del dovuto, poi diventerai ancora più pigro. Il tempo è molto prezioso e Allah ce lo ha dato per usarlo in modo utile, cerca di non sprecarlo!
6) Dire bugie. Raccontare bugie è molto brutto e può diventare facilmente un'abitudine. La bugia è anche una chiave che apre la porta ad altre azioni cattive. Il Profeta (s) ha detto: "Lascia la falsità e fai in modo che dire la verità diventi un'abitudine".
7) Non essere sgarbato con gli altri. Ciò è brutto perché ferisci i sentimenti delle altre persone, perdi il rispetto di te stesso e a lungo andare perderai anche i tuoi amici, se sei sempre maleducato con loro.

8) Pensare di essere migliore degli altri. Questo è uno dei comportamenti peggiori e si chiama orgoglio o superbia. Satana fu allontanato dalla Grazia di Allah perché pensava di essere migliore di Adam (a) Anche se sei molto bravo e fai le cose benissimo, non vantarti, ma ricordati di Allah e ringraziaLo, così non diventerai orgoglioso e superbo.
9)Ridere degli sbagli degli altri. È scortese e denota superbia. Tutti siamo umani e tutti commettiamo errori. Ridere degli altri non è bello, potresti farli sentire male. Prova a pensare, ti piacerebbe se gli altri ridessero di te? Come ti sentiresti?10) Essere impuri. Dovresti sempre cercare di essere puro, vuol dire lavarti ogni volta che vai in bagno per i tuoi bisogni e non far diventare i tuoi abiti impuri. Se capita, cambiali appena arrivi a casa. Si dice che essere puliti sia una delle abitudini dei Profeti (a).

Hadith

L'imam Sadiq (a) disse: "Per l'uomo musulmano, dopo l'Islam, non c'è niente di meglio di una moglie musulmana che guardandola lo renda felice, quando le chiede qualcosa, ella esaudisca la sua richiesta, quando egli è assente, ella protegga se stessa e i beni del marito". al-Kafi vol.5, pag.327

martedì 20 ottobre 2009

Ricetta iraniana: Biscotti con farina di riso (Nun-e berenji)

Ingredienti:

150 gr burro
150 gr zucchero a velo
1 uovo + 1 tuorlo
300 gr farina di riso
1 cucchiaino di cardamomo

Mescolare il burro ammorbidito con lo zucchero a velo, aggiungere l'uovo e il tuorlo mescolando bene, poi la farina e il cardamomo aiutandovi con le mani.
Lasciate riposare l'impasto per un'ora a temperatura ambiente. Formate quindi delle palline della grandezza di una nocciola piuttosto grande, mettetele su una teglia imburrata o coperta con carta forno e appiattitele. Cospargete con semi di papavero come da immagine allegata.

Far cuocere in forno preriscaldato a circa 175 gradi per 7-8 minuti (dipenderà dal vostro forno), devono dorarsi leggermente.

Buon appetito o come dicono in farsi nushe jan!

Lezione per i giovani: Azioni che portano alla felicità

Allah nel sacro Corano, nella sura del Bovino, versetto 277, ci dice: "In verità coloro che avranno creduto e avranno compiuto il bene, avranno assolto l'orazione e versato la decima, avranno la loro ricompensa presso il loro Signore. Non avranno nulla da temere e non saranno afflitti".
Ci sono molte azioni che se compiute regolarmente fanno piacere ad Allah. Dovremmo compiere delle buone azioni affinché le altre persone possano trarne dei benefici. Quando si è buoni, si sta ubbidendo ad Allah e Lui è contento di noi. Inoltre quando si aiutano gli altri si prova una bella sensazione.
Ecco una lista di cose buone da poter fare:
1) Alzarsi presto per dire la preghiera della notte e quella dell'alba."I timorati staranno tra i giardini e le fonti, prendendo ciò che il Signore darà loro, poiché in passato facevano il bene, dormivano poco di notte, e all'alba imploravano il perdono;" (sura 51, versetti 15-18)
2) Quando ti svegli la mattina dì `Salamun alaykum' ai tuoi genitori e chiedi loro se puoi fare qualcosa per loro.
3) Recitare il Corano alla mattina prima di andare a scuola o al lavoro. Il Profeta Muhammad (s) ha detto: "I migliori tra di voi sono coloro che imparano il Corano e lo insegnano agli altri". Ha anche detto: "Lasciate che la luce risplenda nelle vostre case con la recitazione del Corano, e non trasformate le vostre case in luoghi oscuri. Poiché quando il Corano viene recitato spesso in una casa, Allah fa scendere le sue benedizioni, e quelli della casa vivono una vita facile e felice, e la casa brilla per le creature del Paradiso così come le stelle brillano per le creature sulla terra".

4) Aiutare le persone in difficoltà. Tutti ricevono aiuto da Allah. Allah preferisce le persone che sono gentili con le altre e fanno di tutto per aiutarle.
5) Dare ai poveri. Allah ti ha dato ciò che possiedi. Dovresti ringraziarLo donando quello che hai a chi ne ha bisogno.
6) Pregare in tempo. Il nostro sesto Imam (a) ha detto: "Chi non prega in tempo, non è dei nostri".
7) Dire sempre la verità. Il Profeta (s) ha detto: "Lascia la falsità e fai in modo che dire la verità diventi un'abitudine". Ci è anche stato detto che la bugia è la madre di tutti i mali, perché quando dici una bugia, cominci a commettere anche altre azioni cattive.
8) Avere ospiti. Il profeta Muhammad (s) ha detto: "Quando Allah vuole fare del bene ad una famiglia, le manda un dono. Il dono è l'ospite che porta con sé il sostentamento di Allah e lava via i peccati della famiglia quando poi se ne va". Questo non vuol dire che i peccati della famiglia spariranno! Vuole dire che l'ospite offre alla famiglia la possibilità di essere buona ed ospitale. Se la famiglia avrà intrattenuto bene l'ospite, Allah sarà soddisfatto di quella famiglia e con la Sua grazia perdonerà i suoi peccati.
9) Lavarsi le mani prima e dopo i pasti.
10) Essere in stato di purezza rituale ovvero avere il wudhu. Fare sempre l'abluzione prima di dormire, mangiare, recitare il Corano o la preghiera.
11) Dire la preghiera comunitaria. Il Profeta (s) ci dice che anche se hai già pregato, e arrivi in una moschea dove stanno eseguendo la preghiera comunitaria, dovresti partecipare di nuovo alla preghiera per compiacere Allah.

In occasione del compleanno della nobile Fatimah al-Ma'sumah

La nobile Fatimah al-Ma’sumah (sa) e la città di Qom

Figlia del settimo Imam, Kazim (a) e di Najmah Khatun, madre dell’imam Ridha (a), nacque a Medina nell’anno 173 dell’egira. Fu suo fratello l’imam Ridha (a) soprannominarla “Ma’sumah”.
Un anno dopo che l’imam Ridha (a) si era trasferito in Khorasan (la provincia di cui è attualmente capitale la santa città di Mashhad), questa nobile donna e altri familiari decisero di andare a trovarlo, incominciarono così quello che sarebbe stato un lungo viaggio.
Arrivati alla città di Saveh (Iran) furono attaccati da un gruppo di nemici dell’Ahlulbayt (a) e tutti i componenti maschi della carovana furono martirizzati. In seguito a ciò, la nobile Fatimah al-Ma’sumah (sa) si ammalò, e secondo alcune fonti fu avvelenata, quindi chiese che la portassero a Qom poiché aveva sentito dire da suo padre che “Qom è il centro dei nostri sciiti”. Ella dopo 17 giorni che si trovava in questa santa città, morì e due persone con il viso coperto che nessuno riconobbe vennero a seppellirla, essi erano l’imam Ridha (a) e suo figlio l’imam Javad (a). Era l’anno 201 dell’egira.

Hadith riguardanti Fatimah al-Ma’sumah (sa) e la città di Qom

L’imam Sadiq (a) disse: “Dio ha un haram, che è la Ka’bah, il Profeta (s) ha un haram, che è Medina, l’imam Alì (a) ha un haram, che è Kufah, e noi abbiamo un haram, che è Qom. Molto presto nascerà una donna dalla mia stirpe, che verrà seppellita in questa città e il suo nome sarà Fatimah (sa), chiunque si rechi alla sua tomba e compia la sua ziarah, il Paradiso diventa obbligatorio per lui”.
(Biharulanwar, vol. 60, pag. 216)

’Affan al-Basri racconta che l’imam Sadiq (a) gli chiese: “Sai perché Qom è chiamata così?”, risposi: “La risposta la sa solo Allah, il suo Profeta (s) e voi”. Quindi disse: “È chiamata Qom perché i suoi abitanti si uniranno al Qa’im (cioè l’imam Mahdi), con lui insorgeranno e lo aiuteranno” (Qom e Qa’im in arabo provengono dalla stessa radice).
(Biharulanwar, vol. 60, pag. 216)

L’imam Sadiq (a) disse: “Presto la sapienza e la conoscenza si diffonderanno in una città chiamata Qom, ed essa diventerà il centro della sapienza, a tal punto che nessuno, neppure le casalinghe, rimarrà ignorante di questioni religiose, e ciò accadrà quando la venuta del Mahdi (aj) sarà vicina”.
(Biharulanwar, vol. 60, pag. 213)

L’imam Alì (a) disse: “Un abitante di Qom (probabilmente l’imam Khomenei, Allah ne sa di più) inviterà la gente alla verità, alcuni si uniranno a lui, forti come il ferro, che il vento non può scuotere, che non si stancano della guerra, non hanno paura e sperano in Allah”.
(Biharulanwar, vol. 60, pag. 216)


Auguri a tutte le sorelle! In particolare alle più giovani, in Iran questo giorno è stato nominato il "Giorno delle ragazze".

lunedì 19 ottobre 2009

Racconto per i giovani: Allah ti vede dappertutto

Un insegnante aveva una classe di studenti molto bravi, ma lui rispettava in modo particolare solo uno di loro. Alcuni degli studenti gli chiesero il motivo di questa sua preferenza e lui disse che l'avrebbe spiegato l'indomani. Il giorno successivo diede ad ogni studente un pollo vivo. Disse loro di portare il pollo in un posto dove nessuno potesse vederli e poi di macellare il pollo. Dopo un po' ritornarono tutti con i loro polli macellati, solo il suo studente preferito ritornò con il pollo vivo. L'insegnante gli chiese perché non l'avesse ucciso e lui rispose: "Ci hai chiesto di andare in un posto dove nessuno potesse vederci. Ho fatto del mio meglio per trovare un posto dove Allah l'Onnipotente non potesse vedermi, ma non ci sono riuscito. In qualunque posto andassi ero sicuro che Dio potesse vedermi e che era impossibile nascondersi a Lui. Ecco perché non ho potuto ucciderlo".
Nel sentire queste parole l'insegnante si rivolse agli altri studenti dicendo: "Il motivo per cui rispetto di più questo studente è che lui si ricorda sempre che Dio lo può vedere in qualsiasi momento e in qualsiasi posto e quindi cerca di tenersi lontano dai peccati".
Il nostro sesto Imam, Jafar as-Sadiq (a), un giorno disse ad uno dei suoi amici: "Temi Allah come se tu Lo vedessi poiché Lui ti vede. E se pensi che Lui non sia in grado di vederti allora vuol dire che non sei più un credente. E se credi che Lui ti vede e ciò nonostante commetti un peccato in sua presenza, vuol dire che consideri Allah come il meno importante tra coloro che ti vedono".

Poesia dedicata a Fatimah (a)

È la voce di Muhammad, la generosità di Khadija,i passi di Hasan,
il sangue di Husseyn,
il coraggio di Zeinab,
morta con Mohsen.
È lei, Bibi Fatimah.

Storia per bambini: Eraclio e l'Islam

Con l'inizio della sua missione profetica, il profeta Muhammad (s) chiese alla gente di allontanarsi dagli idoli e di adorare solo il Dio unico.
Il Profeta (s) spedì anche delle lettere a re ed imperatori di vari paesi del mondo, invitandoli ad abbracciare l'Islam.
Molte di queste lettere furono accettate, altre, furono respinte. Molte volte i messaggeri mandati dal Profeta (s) erano maltrattati. Questo però non impedì al Profeta di continuare a diffondere l'Islam. Anche ad Eraclio, imperatore bizantino dell'Impero Romano d'Oriente, che risiedeva nella sua corte a Costantinopoli, fu mandato un invito all'Islam.
Proprio nei giorni in cui giunse la lettera, si trovava a Costantinopoli Abu Sufyan, l'acerrimo nemico del Profeta (s). Quando Eraclio ricevette la lettera, se la fece tradurre e poi chiese alla sua corte di cercare in città qualcuno che conoscesse il Profeta. Gli portarono Abu Sufyan con i suoi compagni.
L'imperatore chiese ad Abu Sufyan: - A che tipo di famiglia appartiene Muhammad?
- Nobile - rispose Abu Sufyan.
Eraclio chiese:- C'è mai stato un re nella sua famiglia?
- No - disse Abu Sufyan.
- Le persone che hanno accettato la sua religione, sono ricche o povere? – chiese Eraclio.
- Sono povere - disse Abu Sufyan.
Eraclio era sempre più incuriosito e continuava a porre domande.
- I suoi seguaci aumentano o diminuiscono?
- Aumentano - replicò brevemente Abu Sufyan.
- Ha mai raccontato delle bugie?
- No - ammise Abu Sufyan.
- Viene mai meno ai suoi patti? – chiese di nuovo Eraclio.
- Fino ad ora no, però bisogna vedere se rispetterà il nuovo accordo stipulato tra noi e lui - questa volta la risposta di Abu Sufyan fu un po' più lunga.
- Hai mai combattuto contro di lui in guerra?
- Sì .
Eraclio mostrava sempre più interesse: - Com'è finita?
- A volte abbiamo vinto noi, talvolta lui - rispose Abu Sufyan.
- Quali sono i suoi insegnamenti?
- Adora l'unico Dio, non attribuirGli soci, esegui le preghiere, sii casto, dì la verità e mantieni i rapporti con i tuoi parenti - rispose Abu Sufyan sorprendendosi della propria risposta: sembrava che anche lui stesse predicando l'Islam!

Eraclio si alzò in piedi: - Se tutto ciò che hai detto è vero, allora sono certo che il regno di questo Profeta giungerà fino al punto in cui sto adesso. Ero sicuro che sarebbe venuto un Profeta, ma non sapevo che sarebbe nato in Arabia. Se dovessi andare là, abbraccerei l'Islam e laverei i piedi del Profeta con le mie stesse mani .
Questo fu il modo in cui fu diffuso l'Islam. Il Profeta (s) veniva accettato dalla gente per le sue innumerevoli virtù. Il suo comportamento a casa, con i parenti e in società era tale che tutti erano attratti da lui e volevano sentire il suo messaggio. Non faceva differenze tra i suoi compagni. Quando stringeva la mano a qualcuno non era mai il primo a ritirare la propria mano. Era sempre di buon umore e sorridente, non era duro di cuore, né insultava o criticava e non scherzava in modo eccessivo. Non picchiò mai un servo o una donna e non fece mai del male ad alcuno per mezzo della sua mano, tranne che in guerra per Allah.
Dedicava tutto il suo tempo alla gente, con le persone parlava in modo adeguato alla loro capacità di comprendere e perdonava quelli che gli facevano del male. In questo modo persino i nemici mettevano da parte il loro odio per lui e aprivano il loro cuore alla luce dell'Islam. Il Profeta (s) non costrinse la gente ad accettare l'Islam con la forza della spada o con minacce di guerra. Egli combatteva solo per difendersi o quando i nemici gli dichiaravano guerra.

domenica 18 ottobre 2009

Ricetta: Torta di mele

Torta di mele

200 gr di farina
150 gr di zucchero (se piace meno dolce bastano anche 130 gr)
2 uova intere
60 gr d'olio extra vergine (a chi non piace il sapore dell'olio d'oliva può usare anche un altro olio)
1/2 bustina di lievito per dolci
un limone (buccia grattugiata e succo)
una tazzina di latte
4 o più mele tagliate a metà e poi intagliate

Sbattere le uova con lo zucchero,unire l'olio, il limone succo e buccia, la farina e il lievito sciolto nella tazzina del latte. Versare il composto in una teglia imburrata ed infarinata di circa 27 cm, sistemare le mele a raggiera, spolverizzare con un pochino di zucchero ed infornare a 180 gr per 35 minuti (dipende dal tipo di forno).

Buon appetito!

Hadith

Il Profeta (s) disse: "Il marito ha per la moglie un'importanza e valore tale che nessun altro ha". Nahjulfasahah hadith 881

Storia per bambini: Il primo Imam (a) esempio di generosità

L'imam Alì (a), il nostro primo Imam, era un uomo molto laborioso che si dedicava soprattutto all'agricoltura, ma non per arricchirsi personalmente, bensì per aiutare i poveri.

Il suo lavoro consisteva nell'acquistare terreni, coltivarli e poi donarli ai bisognosi.

Un giorno acquistò un pezzo di terreno sterile nei dintorni di Medina, il suo scopo era quello di coltivarlo e perciò scavò un pozzo confidando nella Grazia di Allah. Passarono molti giorni, ma dal pozzo non usciva acqua, allora un giorno l'imam Alì (a) prese un piccone, scese nel pozzo e cominciò a rompere il terreno con gran vigore. Dopo vari tentativi iniziò a sgorgare dell'acqua limpida e fresca e quel pezzo di deserto arido avrebbe finalmente potuto trasformarsi in un frutteto.

Ben presto la gente accorse al pozzo per vedere ciò che era successo, ognuno faceva i propri commenti: uno disse che l'imam Alì (a) era un uomo laborioso, un altro disse che Allah era stato buono e generoso nei suoi confronti poiché anche l'Imam lo era con le altre persone. Alcuni dissero che Alì (a) e i suoi discendenti sarebbero stati ricchi per sempre. Alcuni si congratularono con lui, altri, invece, erano invidiosi.
A questo punto l'Imam si fece portare carta e penna. Quando gliele portarono si sedette e scrisse:
Dono in beneficenza questo pozzo e la terra che lo circonda, e ciò che essa produrrà dovrà essere speso nei seguenti modi: per aiutare i poveri e i bisognosi, per aiutare i viandanti lontani da casa, per fornire agli orfani i mezzi per sposarsi, per acquistare medicine ai poveri, per fare del bene a tutta la società.Dono questo pozzo in beneficenza per ottenere il compiacimento di Allah, per essere ricompensato nell'Aldilà e per essere salvato dal fuoco dell'Inferno.
Firmato Alì ibn Abi Talib

sabato 17 ottobre 2009

Storia per bambini: Rispetto per il lavoro e i compagni

Il profeta Muhammad (s) fece un viaggio con i suoi compagni. Il loro mezzo di trasporto erano i cammelli. Dopo aver viaggiato per molto tempo si stancarono e fecero una sosta per riposarsi. Decisero di accamparsi e cucinare del cibo. Fecero riposare anche i cammelli e diedero loro dell'erba da mangiare, dopodiché i compagni decisero di suddividersi il lavoro.
Un compagno disse: "Io ammazzerò un agnello". Un altro compagno: "Io pulirò il terreno dell'accampamento". Un terzo compagno: "Io cucinerò".
Il Profeta (s) a questo punto disse: "E io raccoglierò la legna per il fuoco".
Tutti i compagni replicarono all'unisono: "No, lo faremo noi per te". Il Profeta (s) disse: "So che tutti voi lo fareste ben volentieri per me, ma non è giusto che io stia qua senza far niente mentre voi lavorate. Io sono il vostro compagno e devo lavorare quanto voi. Ad Allah non piace che uno abbia dei privilegi rispetto agli altri compagni".
Così dicendo il Profeta Muhammad (s) s'incamminò per andare a raccogliere la legna da ardere.