mercoledì 2 dicembre 2009

Guida per la donna musulmana (n.1), Articolo riguardo all'educazione

L’educazione religiosa dei bambini
Perché è necessaria un’educazione religiosa dei bambini?
· Prima di tutto, un bambino che crede in Dio, ha qualcuno in cui sperare e a cui affidarsi nelle difficoltà. Quando i fratelli del profeta Giuseppe (a) lo abbandonarono nel deserto in un pozzo, egli aveva nove anni. Una carovana passò lì vicino e uno di loro disse agli altri: “Venite ad aiutare questo bambino solo!”, allora Giuseppe (a) disse: “Colui che ha Dio, non è mai solo!”.
· Inoltre, l’educazione religiosa del bambino colma di benefici i genitori stessi, infatti, egli cercherà di comportarsi in modo corretto con loro, poiché sa che Dio nel Corano dice: “Non dire accidenti a te! a tua madre e tuo padre” (Sura Isra’, vers. 23), e conosce l’hadith che dice: “È obbligatorio comportarsi bene con il padre e la madre, anche se sono miscredenti”[1]. Ciò sarà di beneficio per loro anche nell’aldilà. Un giorno il Profeta (s) stava passando dal cimitero di Baqì' e a un certo punto disse ai propri compagni: “Accelerate il passo!”, tornando dallo stesso punto i compagni del Profeta (s) volevano di nuovo accelerare il passo, ma egli (s) disse: “Rallentate, all’andata un morto stava subendo un castigo e ora, al ritorno, gli è stato tolto il castigo, poiché ha un figlio che proprio adesso è andato dal suo insegnante e ha imparato la frase ‘ Bismillahi ar-Rahmani ar-Rahim’, quindi Dio ha tolto il castigo a suo padre”.
Quando è il momento migliore per incominciare l’educazione religiosa?
Bisogna iniziare l’educazione religiosa in modo indiretto quando il bambino è appena nato, recitando l’adhan nell’orecchio destro e l’iqamah nell’orecchio sinistro, l’imam Alì (a) disse che ciò che s’impara da bambini rimane impresso come un’incisione su un sasso.[2]
L’educazione diretta può incominciare dai due anni, quando il bambino incomincia ad avere un senso religioso, insegnando la frase ‘La ilaha illallah’, il saluto al Profeta (s), l’amore per la sua Famiglia (a), ecc.
Scegliere il momento e il luogo migliore per impartire gli insegnamenti religiosi
Bisogna stare attenti a non impartire gli insegnamenti religiosi in momenti in cui il bambino è stanco, affamato, svogliato, ecc., infatti, ciò non solo sfavorisce l’insegnamento, ma può anche causare un’eventuale ripugnanza del bambino verso di essi.
Per esempio il momento in cui gli si dà un regalo può essere l’occasione giusta per insegnargli a ringraziare Dio. Quando si va in gita al mare o in montagna si può fargli notare il potere divino presente nella creazione. Insegnare ciò al bambino nei momenti in cui è felice fa sì che gli rimangano impressi meglio.
Metodi per favorire l’insegnamento religioso:
· costanza dei genitori negli atti di culto: la madre che non prega durante il mestruo o i genitori che non digiunano in viaggio possono creare confusione sulle regole religiose, perciò se sono in un’età in cui non può essere spiegato loro il motivo o non potrebbero comprenderlo, bisogna tenerlo presente e, per esempio, la madre durante il periodo del mestruo può sedersi sul suo tappeto della preghiera e recitare il Corano o delle duà;
· procurare loro un tappeto per la preghiera, un hijab bello per la preghiera, fargli fare l’abluzione con acqua tiepida, ecc.;
· abituarli a pregare con i genitori, svegliarli per il suhur a Ramadan, anche se poi digiunano solo per poche ore, ecc.;
· partecipare agli incontri religiosi;
· frequentare famiglie religiose;
· far conoscere loro i veri modelli di vita: mostrare interesse per i personaggi della tv o dello sport invece che i Profeti o gli Imam (a) fa in modo che il bambino pensi che siano loro i veri modelli di vita ed esempi da seguire;
· incoraggiarli e premiarli negli atti di culto: bisogna stare attenti a non esagerare in modo che il bambino per esempio non preghi solo per ricevere un regalo, a volte basta anche semplicemente una carezza o un bacio (soprattutto quando sono piccoli).
In conclusione è necessario ricordare che l’educazione religiosa richiede molta pazienza e bisogna evitare comportamenti brutali e troppo severi.
[1] Hurr °Amilì, Wasa’ilusshi°ah, vol.16 pag. 155
[2] °Allame Majlesì, Mir’atul°uqul, vol. 4 pag. 306

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