martedì 26 gennaio 2010

Guida per la donna musulmana (n.1), Articolo per i giovani

I SEGNI DI DIO NEL CORPO UMANO
L’occhio - Il Corano dice nel versetto 8 della sura Balad: "Non abbiamo dato due occhi all’uomo?" Se prestate attenzione alla struttura del vostro occhio, giungerete alla conclusione che anche le macchine fotografiche più avanzate non gli sono paragonabili. Le macchine fotografiche avanzate sono pesanti e l’occhio è molto leggero. Nelle macchine fotografiche la pellicola deve essere sostituita regolarmente, mentre l’occhio non ne ha bisogno. Le macchine fotografiche devono essere regolate, al contrario l’occhio si regola in modo automatico.
Dio ha disposto per l’occhio sei strutture che svolgono una funzione protettiva, una protezione all’interno dell’occhio che è chiamata lacrima, poiché l’occhio è composto di un materiale simile al grasso ed il grasso è conservabile con l’acqua salata, anche la lacrima è salata. Un’altra protezione sono le ciglia, e la terza sono le palpebre. La quarta protezione sono le sopracciglia e la quinta le pieghe della fronte che impediscono al sudore di entrare nell’occhio.
L’ultima protezione è il naso e le ossa intorno all’occhio che lo proteggono all’interno del bulbo oculare.
Non vi siete mai chiesti in che modo la struttura dell’occhio che cattura le immagini si coordina con la luce, e la pupilla automaticamente, alla presenza di molta luce si rimpicciolisce mentre se è poca si allarga, e le palpebre e le sopracciglia come regolano la luce e poi la inviano a questa struttura?
E in che modo l’occhio si mescola con la secrezione salina e la bocca con la saliva (che è dolce) e in che modo queste due secrezioni si adattano rispettivamente all’occhio e alla bocca?
La lingua- Un piccolo organo con grandi doveri. Aiuta l’uomo sia nel gustare i cibi, sia nella loro deglutizione e soprattutto è coinvolta nell'articolazione del linguaggio e grazie al proprio movimento preciso produce molteplici lettere e suoni, e, con la velocità idonea, pronuncia parole e frasi.
Le labbra- Il Corano dice: “O uomo! Non ti abbiamo forse dato due labbra?”. Tra le due labbra, è collocata la bocca e noi uomini tramite questa succhiamo, beviamo e mangiamo, respiriamo, espelliamo anidride carbonica e parliamo. A proposito, se la progettazione di tutte queste azioni fosse stata fatta dai nostri esperti, cosa avrebbero combinato? Forse avrebbero riempito la nostra testa di buchi e ventole affinché potessimo eseguire tali azioni?!
Il naso- Il naso respirando esegue tre azioni: cattura la polvere dell’aria, trasforma l’aria fredda in calda e quella secca in umida, se non facesse ciò i polmoni si irriterebbero.
L’orecchio- Il coordinamento presente tra l’orecchio e le onde sonore dimostra che il loro creatore è lo stesso. La forma particolare dell’orecchio ci aiuta a distinguere la provenienza dei suoni.

Potete spiegarmi perché...

...la testimonianza di due donne ha il valore della testimonianza di un uomo?
1. Testimoniare non è un diritto bensì un dovere, quindi se in alcuni casi la testimonianza di una donna non è sufficiente, non dobbiamo pensare che un suo diritto sia stato leso, ma semplicemente che in questo caso non ha alcun dovere.
2. Testimoniare è una grande responsabilità e la possibilità di sbagliare potrebbe rovinare per sempre la vita dell’accusato. Sappiamo che la donna si lascia influenzare più facilmente dai propri sentimenti e ciò potrebbe portarla a sbagliare nella sua testimonianza, non necessariamente in modo volontario, come ci ricorda il Corano stesso: “Chiamate a testimoni due dei vostri uomini o in mancanza di due uomini, un uomo e due donne, tra i testimoni di cui accettate la testimonianza, cosicché se una dimenticasse l’altra le possa ricordare [il fatto]”.[1]
3. In alcuni casi la testimonianza di una donna è sufficiente, per esempio nel caso dell’ostetrica che testimonia che il bambino è nato, è nato morto o altro e in alcuni casi, come quello della testimonianza per un divorzio, non è nemmeno accettata, poiché la donna tende a parteggiare per il proprio sesso.
Quindi il fatto che in alcuni casi la testimonianza di un uomo ha il valore di quella di due donne non altera la realtà che entrambi sono considerati esseri umani allo stesso livello, tuttavia ciò non significa che debbano necessariamente avere in tutti i casi gli stessi diritti e doveri.
E Allah ne sa di più.
[1] Corano 2:282.

sabato 23 gennaio 2010

In occasione della nascita dell'imam Kazim (a)

Il settimo Imam (a.s.) aveva un’anima forte e potente. Indossava indumenti grezzi sotto gli abiti, si spostava a piedi, salutava le persone che incontrava, amava e rispettava i suoi familiari. Si prendeva cura dei poveri e degli afflitti. Di notte trasportava cibo sulle proprie spalle per distribuirlo ai poveri senza farsi riconoscere, e mensilmente donava dei soldi ad alcuni di loro.
Uno degli amici dell’imam Musa (a.s.) diceva della sua pazienza: “Il nemico si vergogna di fronte alla sua rettitudine e al suo comportamento”.
A Medina viveva un uomo che quando incontrava l’Imam (a.s.) lo insultava.

Gli amici dell’Imam (a.s.) gli chiesero il premesso di rimproverarlo, ma egli disse loro di lasciarlo stare. Trascorsero alcuni giorni senza notizie di quest’uomo. Allora l’Imam (a.s) s’informò sulla sua salute e gli dissero che era andato nei suoi campi situati fuori Medina. L’Imam (a.s.) si recò da lui e quando l’uomo lo vide, da lontano, gli urlò: “Non entrare nel mio terreno, io sono nemico tuo e dei tuoi padri”. L’imam Musa Kazim (a.s.) gli si avvicinò, lo salutò, gli chiese come stava e gentilmente gli domandò: “Quanto hai investito in questi campi?”.
L’uomo rispose: “Un centinaio di dinari”.
“Quanto pensi di ricavare?”, domandò l’Imam (a.s.).
“Duecento dinari”.
L’Imam (a.s.) estrasse una borsa contenente trecento dinari e glieli diede dicendo: “Prendi questa somma e anche il raccolto rimane a te”.
Quell’uomo volgare e sgarbato si vergognò molto dato che aveva maltrattato l’Imam (a.s.) per molto tempo, e di certo, non si aspettava un comportamento del genere da parte sua.
Quando l’Imam (a.s..) tornò a Medina disse: “Allontanate il male da voi stessi in questo modo”.

Ciò spiega anche il motivo per cui l’Imam (a.s.) era conosciuto con il nome di Kazim: colui che sopprime la propria ira quando viene infastidito. Ripagava il male con il bene e in tal modo faceva vergognare i suoi nemici.
Un'altra delle caratteristiche dell’Imam (a.s.) era quella di mostrare amore e affetto ai suoi parenti, egli affermava: “Se vi è dell’inimicizia tra parenti, e quando si incontrano si stringono la mano, la loro inimicizia finisce e tutti loro provano benessere e felicità”.

mercoledì 20 gennaio 2010

Potete spiegarmi perché...

...il diritto a divorziare è principalmente in mano all’uomo?
Ogni gruppo sociale necessita di un amministratore e direttore. Anche la famiglia è un piccolo nucleo sociale e c’è bisogno di una persona che si prenda la responsabilità (molto pesante) di dirigerla e occuparsene. Dio ha affidato questo compito all’uomo: egli è responsabile del mantenimento della famiglia e del prendere le decisioni importanti, poiché è in grado di fare scelte più ponderate e si lascia influenzare meno dai sentimenti, al contrario della donna.
Anche il divorzio è una delle questioni facente parte dell’amministrazione famigliare. Riguardo al diritto di divorziare, possiamo prendere in considerazione cinque casi:
· sia in mano all’uomo,
· sia in mano alla donna,
· ognuno di loro abbia questo diritto,
· debbano decidere entrambi insieme,
· non esista questo diritto.
Il quinto caso è ingiusto perché in certi casi il divorzio è veramente la scelta migliore per entrambi. Anche il quarto caso è iniquo perché può darsi che un coniuge voglia il divorzio e l’altro non lo voglia.
Accettare il terzo caso comporta l’aumento dei divorzi, allo stesso modo il secondo, poiché le donne si fanno influenzare molto facilmente dai loro sentimenti e, secondo le statistiche, sono le donne a richiedere di più il divorzio.
Quindi è meglio che questo diritto sia in mano all’uomo, anche se, la sharia pone comunque dei limiti all’uomo affinché i diritti della donna non vengano lesi e prevede casi in cui la donna abbia il diritto di divorziare.
E Allah ne sa di più.

martedì 19 gennaio 2010

In occasione della nascita dell'imam Baqir (a)

Il quinto Imam si chiama Muhammad (a.s.), figlio del quarto Imam (a.s.), era chiamato al-Baqir per la sua capacità di risolvere anche i problemi più difficili e complicati, infatti, al-Baqir significa "colui che risolve".

Sua madre era Fatima figlia del secondo Imam (a.s.).
Si racconta che un giorno d´estate, mentre l´imam Muhammad al-Baqir (a.s.) stava uscendo dal suo giardino stanco e sudato, un musulmano gli disse: "Alla tua età ti dedichi agli affari terreni, che cosa diresti ad Allah se morissi ora?".

Il santo Imam (a.s.) rispose: "Beh, se morissi ora, me ne andrei obbedendo ad Allah, perché sto guadagnando da vivere per me stesso e per quelli che devo mantenere e non dipendo da altri...".
Con ciò l´Imam (a.s.) intendeva dire che non si pratica la religione passando tutto il proprio tempo pregando in moschea per poi dover chiedere l´elemosina o aiuto economico ad altri per il proprio sostentamento. La vera adorazione consiste nel recitare le preghiere obbligatorie (salah), osservare il digiuno (sawm) e poi lavorare per guadagnarsi da vivere e pagare le tasse (zakah e khums) su quanto si è guadagnato in eccesso, in modo da poter aiutare coloro che per motivi di salute o di età non sono in grado di lavorare.
L´imam Muhammad al-Baqir (a.s.) morì avvelenato il 7 di Zulhijjah 114 dell´Egira. È sepolto accanto a suo padre nel cimitero di Medina.

lunedì 18 gennaio 2010

Guida per la donna musulmana (n.1), Articolo riguardo alla salute

I consigli dell’Imam Rizà (a)
· Non mangiare uova e pesce insieme
· Non mangiare troppa cipolla
· Non fare il bagno a pancia piena
· Non mangiare troppe uova
· Non mangiare troppi fichi
· Non bere acqua fredda dopo aver mangiato dolci
· Non trattenere l’urina
· Non bere acqua durante i pasti
· Mangiare tre cucchiai di miele al giorno in inverno è utile per combattere il raffreddore
· Per curare il raffreddore in estate è utile evitare di esporsi al sole e mangiare un cetriolo al giorno
· Andare in bagno prima di andare a dormire
· Fare gargarismi con un po’ di aceto dopo aver mangiato dolci

domenica 17 gennaio 2010

Guida per la donna musulmana (n.1) Storia

Il miglior neonato descritto dalla miglior persona
Jabir ibn Abdullah Ansarì, fedele compagno del Profeta dell’Islam (s), racconta: “Ho chiesto al nobile e caro Profeta (s) riguardo alla nascita del nobile Alì ibn Abutalib (a). Il caro Profeta (s) mi rispose: - Hai chiesto del miglior neonato che, dopo di me, è nato secondo la tradizione del nobile profeta Gesù (a)!
Dio l’Altissimo ha creato me e Alì da una luce, cinquanta mila anni prima della creazione dell’uomo. Noi glorificavamo e santificavamo sempre Dio, nel momento che Dio il Creatore, creò il nobile profeta Adamo (a), ripose la nostra luce nei lombi di Adamo (a). La mia luce fu riposta nel lato destro e la luce di Alì (a) nella parte sinistra. In seguito dai lombi di Adamo (a) fu trasferita nei corpi puri e sacri di altri, fino a quando la mia luce comparve nel corpo di un uomo puro, cioè °Abdullah ibn °Abdulmuttalib mio padre, e fu deposta nel miglior utero, cioè quello di Amina (a). Anche la luce di Alì (a) apparve nel corpo di un uomo puro, cioè Abutalib, e fu deposta nel miglior utero, cioè quello di Fatimah bint-ul-Asad.
Il Profeta proseguì:
-Jabir! Prima che la luce di Alì (a) fosse trasferita dai lombi del padre nell’utero della madre, un monaco di nome al-Muthrim ibn Du°aib ibn al-Shiqtam, che viveva al tempo di Abutalib ed era conosciuto per la sua adorazione di Dio, infatti, adorò Dio per centonovant’anni e non Gli fece mai nessuna richiesta; solamente a quest’età Gli chiese di mostrargli il suo rappresentante.
Dio l’Altissimo accettando la richiesta di questo suo adoratore, inviò il nobile Abutalib presso di lui. Nel momento che al-Muthrim vide Abutalib, si alzò, baciò la sua testa e lo fece sedere accanto a sé.
In seguito gli chiese: “Che Dio ti benedica, tu chi sei?”
Abutalib rispose: “Un uomo della gente di tahamah[1]”.
Chiese nuovamente: “Da che parte di tahamah?”. Rispose: “Dalla Mecca”.
Chiese un’altra volta: “Di quale tribù?”. Rispose: “Della tribù di Abdumanaf”.
Chiese: “Di quale tribù di Abdumanaf?”. Rispose: “Dei Bani Hashim”.
Il monaco si alzò, baciò per la seconda volta la sua testa e disse: “La lode e la devozione appartengono a Dio che ha accettato la mia richiesta e prima della mia morte mi ha mostrato il Suo rappresentante”.
In seguito disse ad Abutalib: “O Abutalib, ci sono delle buone notizie per te! Poiché Dio l’Altissimo mi ha fatto una rivelazione il cui contenuto non conosci”.
Abutalib chiese: “Quali sono queste buone notizie?”.
Al-Muthrim rispose: “Nascerà un figlio da te che sarà la guida da parte di Dio il Benedetto e l’Altissimo, egli sarà la guida dei virtuosi e il successore del Profeta (s) del Dio dei Mondi. Se lo vedi salutalo da parte mia e digli: − Al-Muthrim ti invia i suoi saluti e testimonia che non c’è Dio all’infuori dell’unico Dio e che non ha nessun simile, e che Muhammad (s) è il suo servo e profeta e tu sei il legittimo successore. Muhammad (s) è il sigillo dei Profeti (a) e tu sei il sigillo dei successori dei Profeti (a)!”.
Abutalib quando sentì queste buone notizie pianse dall’entusiasmo e dalla felicità. Abutalib chiese il nome di questo figlio, il monaco rispose Alì (a).
Successivamente Abutalib disse: “Non posso credere alla veridicità del tuo discorso, a meno che tu non abbia una chiara prova!”.
Il monaco disse: “Vuoi che proprio adesso chieda a Dio di concederti una grazia proprio qui, affinché sia un segno della veridicità delle mie parole?”.
Abutalib disse: “Proprio adesso chiedi a Dio di inviarci dei cibi paradisiaci”. Il monaco incominciò a pregare, non aveva ancora terminato la sua supplica che una gran quantità di frutta paradisiaca comprendente uva, melograno e datteri apparve di fronte a loro! Abutalib prese un po’ di melograno del Paradiso e con gioia si diresse verso casa. Mangiò il melograno e in seguito Fatimah bint-ul-Asad rimase incinta, quindi nacque l’imam Alì (a).
[1] Relativo alla Mecca e alle città meridionali dell’Arabia Saudita.

lunedì 11 gennaio 2010

In occasione del martirio dell'imam Sajjad (a)

Il nome del quarto Imam è Alì detto al-Sajjad e Zaynul-Abidin (a.s.). Egli nacque il 15 di jamadi al thani nell’anno 38 dell’egira. Suo padre era l’Imam Husayn (a.s.) e sua madre era Shahzanan, la figlia di un re persiano.
Per ordine divino, l’Imam Husayn (a.s.) nominò l’Imam Sajjad suo successore e Imam della gente.
Durante la tragedia di Karbalà, quando suo padre, i suoi parenti e i compagni di fede furono massacrati per ordine di Yazid, il quarto Imam (a.s.) non poté combattere perché era ammalato e così si salvò. Dopo questa terribile tragedia, difese l'onore dei martiri di Karbalà e diffuse il loro messaggio.

Era molto buono e generoso, come suo nonno l’imam Alì (a.s.); di notte trasportava sulle proprie spalle sacchi di farina e pane per distribuirli ai poveri e bisognosi e in questo modo manteneva centinaia di famiglie medinesi.


Gli piaceva offrire la propria ospitalità agli orfani, ai poveri, agli handicappati e persino ai suoi nemici. Veniva chiamato al-Sajjad perché si prostrava spesso e a lungo.
Ci ha lasciato una raccolta di varie du’a chiamata Sahifah-al-Sajjadiyyah che possono essere recitate in vari momenti del giorno o della vita per avvicinarci ad Allah.
Nel 95 AH, il 25 di Muharram fu avvelenato. È sepolto nel cimitero di Medina accanto a suo zio l’imam Hasan (a.s.)

sabato 9 gennaio 2010

Guida per la donna musulmana (n.1), Perchè

Perché l’hijab?
Introduzione

La religione islamica e ogni altro tipo di religione sono divise in due parti:
- una riguarda gli ideali sulle realtà dell’Universo, per esempio: qual è la vera natura umana? Chi è Dio? Esiste un altro mondo? Chi sono i Profeti (a)? Qual è la verità di questo Mondo e qual è il suo rapporto con l’Aldilà? Le risposte a queste domande formano l’ideologia di una religione, ed esse devono essere ragionevoli e logiche. Il valore di una religione si basa su quanto queste risposte siano ragionevoli e l’Islam insiste sul fatto che il credo sia basato sulla ragione, infatti, conoscere Dio basandosi sull’imitazione pedissequa della conoscenza di altri non ha alcun valore.
- l’altra parte riguarda le regole e la sharia di una religione, che logicamente devono essere in armonia con l’ideologia, altrimenti, se fossero in contraddizione, quest’ideologia scomparirebbe. Quindi, se per esempio la nostra religione ci dice di credere in Dio, le sue leggi devono essere in armonia con questo credo e non in contraddizione (per esempio proibirci di adorare Dio).

Adesso vogliamo discutere di queste leggi o sharia. Abbiamo detto che queste regole devono essere in armonia con l’ideologia su cui si basano. È vero che noi dobbiamo accettare un’ideologia con la nostra ragione e generalmente quest’ideologia è comprensibile e giudicabile dalla ragione, però tutto ciò che compone quest’ideologia si può comprendere con la ragione? No, in realtà la ragione può comprendere solo le linee generali del credo in Dio, nei Profeti (a) e nell’Aldilà, e non può capire il rapporto preciso che esiste fra Dio, l’uomo e il Mondo. Quindi la nostra ragione può giudicare solo in questi limiti.
Quindi, logicamente, noi possiamo giudicare con la ragione solo quelle leggi generali che sono in armonia con questi ideali che la ragione può capire, come: la giustizia deve esserci, bisogna servire Dio, non dev’esserci oppressione...
Anche se la ragione è il bene più grande che Dio abbia dato all’uomo, però ha valore solo quando viene utilizzata nei suoi limiti, non al di fuori di essi (come quello della rivelazione).
Lasciando un attimo da parte il fatto che la sharia sia stata rivelata e vada al di là delle capacità di comprensione della ragione, che quindi non può giudicare a questo riguardo, nemmeno le leggi umane possono essere difese dalla ragione. Per esempio in alcuni paesi per l’omicidio, il colpevole viene condannato a morte, in altri all’ergastolo, in altri ancora, a vent’anni di prigione. Questa differenza è dovuta al fatto che queste leggi non sono basate sulla conoscenza dell’Universo e delle sue realtà. Allora ci chiediamo perché non è stato condannato a ventitré anni o diciotto anni e un mese o...? Non è possibile dare una risposta che a sua volta non comporti altre obiezioni.
L’unico modo per sapere se una legge è giusta è domandarci con la ragione se:
- Colui che ha fatto queste leggi conosceva Dio, l’uomo e il Mondo e il rapporto tra essi?
- È possibile che il legislatore abbia secondi fini o si sia sbagliato?
- Dopo che ci siamo accertati delle due domande precedenti, siamo sicuri che quello che adesso noi abbiamo in mano sia la stessa legge stabilita dal legislatore?

Se le risposte a queste domande sono positive allora dobbiamo accettare qualsiasi legge della religione, anche se non possiamo comprenderla con la ragione o secondo l’opinione pubblica di un certo luogo o tempo venga considerata irragionevole, questo perché, generalmente, le leggi vanno al di là delle capacità di giudizio della ragione. Anche se ognuno di noi può, secondo la sua conoscenza, reale o presunta, dell’uomo, di Dio e del Mondo e del rapporto che c’è fra essi, dare delle spiegazioni o giustificazioni, reali o presunte. Per esempio i Profeti (a) possono giustificare le leggi e giudicarle, però quello che noi vogliamo dire sono solo supposizioni...
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Perché l’hijab?


Dio ha creato l’uomo e questi sente il bisogno innato di rimanere in vita e permettere al genere umano di non estinguersi. Per questi due scopi compie degli sforzi, va in cerca di cibo e acqua per rimanere in vita, per curarsi è pronto a bere sciroppi amari, poiché vivere è più dolce dell’amarezza di questo sciroppo.
Dio, poiché ama i suoi servi, ci ha dato il senso del gusto per apprezzare ciò che beviamo e mangiamo, inoltre ha creato dei cibi buoni, quando invece avrebbe potuto fare in modo che l’uomo, invece di godere di quello che mangia, soffrisse, provando disgusto, come quando beve uno sciroppo amaro per guarire.
Non bisogna esagerare nel godere del cibo, altrimenti si mette in pericolo la propria salute.
Allo stesso modo per la sopravvivenza del genere umano, l’uomo deve riprodursi e Dio Misericordioso ha fatto in modo che l’essere umano, per riprodursi, non solo non soffra, ma provi un grande piacere. Così, sia l’uomo che il genere umano continuano la vita in modo piacevole e ognuno cerca, secondo le proprie capacità fisiche e intellettuali, di raggiungere lo scopo della Creazione (cioè raggiungere la beatitudine eterna).
Il pericolo più grande per l’uomo è l’estinzione dell’umanità e la legge più importante di cui ha bisogno deve garantire la sopravvivenza del genere umano nel miglior modo (e poi, proibire azioni che attentano all’umanità di per sé, come l’omicidio...).
La sopravvivenza del genere umano è possibile solo attraverso il rapporto sessuale tra uomo e donna, che grazie alla bontà divina è accompagnato da un piacere inconfrontabile.
L’attenzione verso i piaceri sessuali e il godimento di questo dono divino devono rientrare nei limiti della “sopravvivenza del genere umano nel miglior modo”, poiché, tenendo troppo in considerazione questi piaceri, ci si può dimenticare non solo del genere umano, ma anche della propria salute. Inoltre dare troppa importanza ai piaceri sessuali può portare a malattie incurabili, morte o suicidio. Una moglie e un marito che vivono in un contesto dove ogni giorno vengono tentati sessualmente possono distruggere l’armonia famigliare, con il conseguente aumento della nascita di bambini di cui non si conosce il padre, come sta succedendo al giorno d’oggi.
Secondo ciò che abbiamo appena detto e gli insegnamenti divini, le tentazioni e i piaceri sessuali devono essere al servizio della sopravvivenza dell’umanità e del godimento lecito. Quindi l’unica base, accettata dalle persone giuste e dagli insegnamenti divini, su cui deve fondarsi il godimento lecito e la sopravvivenza dell’umanità è la famiglia. Perciò le tentazioni e i piaceri sessuali devono essere al servizio della famiglia e specifici di essa.
La diretta conseguenza del considerare i piaceri sessuali un bene da condividere è il comunismo e liberalismo sessuale, che creano scompiglio nelle famiglie e nella società.
Quindi se un uomo è affascinante, deve essere un piacere solo per la moglie e se una moglie è bella, deve essere un piacere solo per il marito. La donna non deve essere considerata un oggetto da prestare o un cartello pubblicitario solo perché Dio l’ha creata bella.
Una delle ragioni dei divorzi è la condivisione libera delle tentazioni sessuali e quindi l’aumento dei rapporti sessuali illeciti, che non vengono più tenuti nascosti, o il fatto che il marito o la moglie non siano soddisfatti sessualmente l’uno dell’altra, che quindi porta di nuovo a rapporti illeciti.
Siamo quindi arrivati alla conclusione che le tentazioni e i piaceri sessuali sono privati e devono essere al servizio della famiglia, però in che modo questo riguarda la questione dell’hijab? E perché la donna deve coprirsi più dell’uomo?
Questa questione riguarda le caratteristiche psicologiche diverse dell’uomo e della donna. Ogni uomo si rende ben conto del come trae piacere dalle tentazioni sessuali, troviamo ciò anche nella letteratura, nelle ricerche scientifiche e negli insegnamenti religiosi.
Infatti l’uomo prova molto piacere nel guardare e proprio per questo motivo Dio ha creato la donna affascinante e bella, affinché l’uomo potesse provare piacere nel guardarla.
Però l’uomo non è così affascinante come la donna, perché? Forse Dio ama solo gli uomini da aver creato per loro delle compagne così belle?!
Certamente no, il fatto è che la donna prova più piacere nell’essere toccata, che non nel guardare, quindi Dio ha creato il corpo dell’uomo in modo tale che avesse un effetto particolare su quello della donna.
Allora che cosa bisogna fare affinché le tentazioni sessuali siano limitate alla vita della coppia e la donna sia protetta dalla passione dell’uomo, che a volte può anche mettere in pericolo la sua vita?
O bisogna imprigionare la donna in casa, come facevano alcune tribù e civiltà passate. Oppure bisogna permettere la libertà e il comunismo sessuale, come proposero rispettivamente Freud e Platone, e nei quali l’Occidente si trova immerso. Altrimenti bisogna seguire gli insegnamenti divini del cristianesimo, dell’ebraismo e dell’Islam, che limitano il piacere sessuale dell’uomo alla coppia, e ordinano alla donna di coprirsi.
Infatti, le donne, coprendosi più degli uomini, proteggono la loro dignità, senza rischiare di diventare la pubblicità di un prodotto, proteggono la famiglia e la società, proteggono la loro stessa vita, non indeboliscono la fede degli uomini, tentandoli, e possono tranquillamente studiare e lavorare nella società.
Invece agli uomini è proibito toccare le donne, in modo da non tentarle.
Così gli uomini (e le donne) possono sia godere della propria vita, senza però sprofondare nella libidine, sia raggiungere la beatitudine eterna.
Note:
- Il martire Mutahari tratta un’argomentazione molto interessante al riguardo all’inizio del suo libro “La questione dell’hijab”.
- Supponendo anche che tutto ciò che è stato detto sia sbagliato, che non lo è, poiché con la ragione siamo arrivati alla conclusione che l’hijab è un ordine divino, bisogna indossarlo, anche se tutta l’umanità fosse contraria. Infatti, l’umanità confrontata a Dio è niente.

giovedì 7 gennaio 2010

Potete spiegarmi perché...

...l’eredità del figlio è il doppio di quella della figlia?
Porsi questo tipo di domande è naturale, però dobbiamo ricordare che Dio l’Altissimo è la fonte delle leggi islamiche ed Egli è colui che meglio di chiunque altro ci conosce e sa quali sono le nostre necessità e quali regole possono rendere la nostra vita felice in questo Mondo e nell’Aldilà.
Per quanto riguarda la domanda, prima di tutto bisogna dire che non in tutti i casi l’eredità dell’uomo è il doppio di quella della donna, per esempio in questi due casi è uguale:
· nel caso in cui il defunto abbia fratelli e sorelle da parte di madre, l’eredità viene suddivisa in modo uguale fra di loro;
· se gli eredi del defunto sono uno zio e una zia materna, l’eredità viene suddivisa in modo uguale fra di loro.
L’imam Sadiq (a) riguardo a questa norma disse: “Per la donna non sono obbligatori il jihad e il sostentamento della propria famiglia, che sono invece obbligatori per l’uomo, per questo l’eredità dell’uomo è il doppio di quella della donna”. Perciò possiamo notare che dietro a questa legge, apparentemente ingiusta, c’è invece una filosofia che in realtà alla fine torna a vantaggio della donna, che è colei che viene mantenuta dall’uomo.

Guida per la donna musulmana (n.1), Ahkam

Purificare gli oggetti diventati impuri (esempi pratici)
Un musulmano viene a casa nostra e suo figlio neonato urina sul suo vestito, la volta successiva che incontriamo questa persona con lo stesso vestito possiamo dedurre che lo abbia purificato e quindi possiamo considerare l’abito puro. (Regola dell’assentarsi di un musulmano)
Se laviamo dei vestiti diventati impuri in lavatrice o in una bacinella, quest’ultima si purifica attraverso la purificazione dei vestiti stessi. (Regola del taba°yyiat)
Se uccidiamo una zanzara ed esce del sangue da essa, questo è puro (a patto che non abbia appena punto una persona o un animale tale da poter dire che il sangue è ancora quello della persona o dell’animale). (Regola dell’intiqal)
La cenere di un legno impuro o l’aceto ottenuto dal vino sono puri. (Regola dell’istahalah)
Se un cane defeca su un muro, quest’ultimo si purifica attraverso la luce del sole a patto che le feci siano state pulite via e la parte impura del muro sia umida e si asciughi solo attraverso la luce diretta del sole. (Regola della purificazione attraverso il sole)
Se camminando pestiamo delle feci, le suole delle scarpe si purificano facendo 15 passi su un terreno (di terra) puro e asciutto, dopo aver pulito via le feci. (Regola della purificazione attraverso la terra)

mercoledì 6 gennaio 2010

Guida per la donna musulmana (n.1) Dua

Dua per qualsiasi malattia:
Sayyid ibn Tawus, che era uno dei più importanti sapienti sciiti, nel suo libro al-Aman consiglia di leggere questa dua, mettendo la mano sul punto che riguarda la malattia:
Uskun ayyuhalwaj°a wartahilissà°ata min hàdhal°abdidda°if, sakantuka wa rahaltuka billadhi sakana lahu mà fillayli wannahàr, wa huwassamì°u°alìm
Dua per il mal di testa:
L’imam Baqir (a) consiglia di inumidire la testa con la mano e dire sette volte:
A°ùdhu billahilladhì sakana lahu mà filbarri walbahr wa mà fissamàwàti wal’ard wahuwassamì°ul°alìm
Dua dopo lo starnuto:
Il Profeta (s) disse: “Chiunque dica questa dua dopo aver starnutito, Dio trasforma il suo starnuto in un uccello più grande della mosca e più piccolo dell’ape, che rimarrà sotto il Suo trono fino al Giorno del Giudizio e chiederà perdono per lui”.
Alhamdulillahi °alà kulli halin wa sallallahu °alà muhammadin wa àlihi ajma°ìn

martedì 5 gennaio 2010

Potete spiegarmi perché...

...non è permesso avere il ragazzo o il fidanzato?
Questi tipi di rapporti prematrimoniali comportano una serie di conseguenze negative sulla persona e sulla società, ne citerò alcune:
1. Questi rapporti molto difficilmente hanno come scopo finale il matrimonio e, anche nel caso lo avessero, normalmente non sarà un matrimonio felice perché il giovane fin dall’inizio non può essere sicuro di potersi fidare della ragazza, in quanto la prima cosa che pensa è che se questa ragazza ha stabilito, senza problemi, un rapporto affettivo con me, cosa le impedisce di farlo anche con altri giovani?
2. Purtroppo, la verità è che molto spesso questi rapporti sono solo un modo per divertirsi ed è molto raro che il giovane abbia serie intenzioni di sposare la ragazza.

3. Essi ritardano il matrimonio, poiché una persona che può soddisfare i suoi bisogni affettivi e sessuali in un modo semplice, che non gli impone nessun tipo di responsabilità, è ovvio che non sentirà il bisogno di sposarsi.
4. Essendo molto facile stabilire e interrompere questi tipi di rapporti, il ragazzo, appena si stanca della propria ragazza o addirittura della propria moglie o vede una giovane più attraente, la lascia senza problemi per incominciare facilmente un nuovo rapporto.
5. Anche nel caso che i due non abbiano intenzione di commettere azioni proibite e siano sicuri di se stessi, questa sicurezza li ingannerà facilmente. Infatti l’attrazione tra i due sessi è troppo forte e non si può mai essere sicuri di se stessi. Per questo negli hadith è fortemente raccomandato di evitare rapporti non necessari fra i due sessi e il Corano ordina ai credenti di abbassare i loro sguardi.
In conclusione vorrei invitarvi a riflettere sul fatto che è vero che questi rapporti hanno conseguenze negative sia per il ragazzo che la ragazza, però normalmente è la seconda che subisce di più. Non solo nel caso che, Dio non voglia, vengano compiute azioni proibite, ma anche nel caso in cui questo rapporto non porti al matrimonio, in questo caso la ragazza rimarrebbe particolarmente delusa, essendo più suscettibile sentimentalmente.

Guida per la donna musulmana (n.1) Hadith

Per il marito
Il Profeta (s) disse: “La moglie ha tre diritti: che il marito le procuri cibo per nutrirsi, abiti con cui vestirsi e che non abbia un comportamento rude con lei”.
Il Profeta (s) disse: “L’arcangelo Gabriele raccomandò così tanto riguardo al comportamento di un uomo con la propria moglie che giunsi quasi a credere che un uomo possa divorziare dalla propria moglie solo nel caso in cui ella compia adulterio”.
Il Profeta (s) disse: “Queste sono le parole di un uomo alla propria moglie: −Ti amo e sarai sempre nel mio cuore”.
Per la moglie
Il Profeta (s) disse: “Guai alla moglie che fa arrabbiare il proprio marito. Beata sarà la donna il cui marito sarà contento di lei”.
L’Imam Sadiq (a) disse: “Umm Salamah chiese al Profeta (s): ‘Qual è il merito di una donna che serve il proprio marito?’ Egli rispose: ‘Qualsiasi donna che alzi qualcosa nella casa del proprio marito per spostarla da un posto a un altro, godrà dell’attenzione di Dio e chiunque abbia l’attenzione di Dio non verrà mai punito’”.
Il Profeta (s) disse: “Se avessi ordinato a qualcuno di prosternarsi per qualcun’altro, avrei ordinato alla moglie di prosternarsi per il marito”.