lunedì 29 marzo 2010

Guida per la donna musulmana (n.2) Bambini

Alì Asghar, eroe di sei mesi
Bismillahir-rahmanir-rahim (Incominciamo pronunciando il nome di Allah, il nostro buon Dio)
Introduzione per i genitori:
consigliamo ai genitori di raccontare brevemente ai bambini che non la conoscessero la vicenda di Karbalà.

Nome: Alì Asghar
Nome del padre: imam Husayn (a)
Nome della madre: Rubab
Data di nascita: 9 Rajab dell’anno 60 dell’egira (anno islamico)
Luogo di nascita: Medina
Data del martirio: 10 Muharram dell’anno 61 dell’egira
Luogo del martirio: Karbalà
Luogo di sepoltura: Karbalà
Assassino: Harmalah Ibn Kahil Asadi

Cari bambini, assalamu alaykum (la pace sia con voi)

Questa è la storia di Alì Asghar (alayhis-salam, pace su di lui, abbrevieremo questa frase, che è meglio dire dopo i nomi degli Imam e di altre nobili persone, con la lettera “a”) figlio dell’imam Husayn (a), piccolo eroe della vicenda di Karbalà, raccontata dal piccolo martire stesso.
Erano passati molti anni dalla morte del nobile profeta dell’Islam Muhammad (è meglio recitare la frase araba “sallallahu alayhi wa alihi” che significa” che Allah benedica lui e la sua nobile famiglia” e che noi indicheremo con la lettera “s”) e l’Islam si stava diffondendo rapidamente e i musulmani diventavano sempre più numerosi.
La gente di molte città veniva a Medina e si convertiva all’Islam.
I componenti della famiglia di mia madre erano cristiani e anche loro volevano diventare musulmani. Suo padre era il capo della tribù e un giorno decise di recarsi alla moschea di Medina e chiese che gli venisse spiegato l’Islam. Ascoltò con attenzione e divenne musulmano.
Non era ancora uscito dalla moschea che gli si avvicinarono un nobile musulmano e i suoi due figli, egli disse: “Io mi chiamo Alì (a) e sono il cugino del Profeta (s) e suo genero. Questi sono i miei due figli Hasan (a) e Husayn (a), io vorrei che mio figlio Husayn (a) si sposasse con tua figlia”. Mio nonno gli rispose: “Devo prima chiedere il parere di mia figlia”.
Tornò a casa e raccontò la vicenda. Fu così che mia madre, Rubab, si sposò con Husayn (a) e ringraziava sempre Allah di averle donato un marito così nobile e bravo.
Dopo alcuni anni nacque mia sorella Sukaynah, che significa bambina tranquilla.
Mia madre pregò Allah di donarle un figlio maschio, fu così che nacqui io e mi chiamarono Alì Asghar. Mia madre e mio padre erano molto contenti e ringraziavano Allah di questo dono.


Il califfo del tempo, Yazid il maledetto, era molto malvagio e noi fummo costretti a lasciare la nostra casa a Medina. Con la mia famiglia andammo prima alla Mecca e poi a Karbalà.
Dopo un viaggio molto stancante, il secondo giorno del mese islamico di Muharram arrivammo a Karbalà. L’esercito di Yazid era pronto a combattere contro di noi. Loro incominciarono la guerra.
Prima uccisero i compagni dell’imam Husayn (a) e poi uno ad uno i componenti maschi della famiglia del Profeta (s). Diventarono tutti martiri.
Mio padre era rimasto solo, quindi lo sentii dire: “C’è forse qualcuno disposto ad aiutarmi? C’è forse qualcuno disposto a difendere la famiglia del Profeta (s)?”.
Non era rimasto nessuno dei componenti maschi della mia famiglia, tranne mio fratello Alì (a), che era molto malato e io, che ero un lattante. Mia madre mi stringeva tra le sue braccia.
Sentendo la voce di mio padre, incominciai a piangere, egli venne verso le tende e disse a sua sorella Zaynab (a): “Vai a prendere mio figlio Alì Asghar, voglio salutarlo prima di andare nel campo di battaglia”.


Quando mia zia Zaynab (a) mi portò da mio padre, egli vide che le mie labbra erano secche dalla sete, poiché da tempo il nemico non ci permetteva di prendere l’acqua e quindi mia madre non poteva allattarmi.
Quindi mio padre mi portò verso il campo di battaglia e disse ai soldati dell’esercito nemico: “Se non date acqua a me, almeno date acqua a questo bambino, non vedete che dalla sete boccheggia come un pesce fuor d’acqua…?”.
Mia madre aspettava speranzosa nella tenda ed era contenta perché pensava che ora il nemico mi avrebbe dato un po’ d’acqua. Però… all’improvviso uno dei nemici di Dio tirò una freccia verso di me...

Era incredibile cosa avesse fatto il nemico invece di dare da bere a un neonato innocente!
Mio padre mi portò dietro le tende per seppellirmi in modo che mia madre non potesse rendersi conto dell’accaduto…ma lei se n’era accorta, e disse all’imam Husayn (a): “Voglio vedere mio figlio per l’ultima volta”.

Mi diede a mia madre, lei mi prese in braccio, mi baciava e piangeva…

Cari bambini, la storia del martirio del neonato di sei mesi Alì Asghar ogni anno fa piangere migliaia di musulmani, che lo ricordano nelle commemorazioni di Ashurà e ricordano così l’innocenza di suo padre l’imam Husayn (a) e della famiglia del nobile Profeta (s).

Wassalamu alaykum

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