lunedì 15 febbraio 2010

In occasione del martirio dell'imam Ridha (a.s.)

L'imam Alì ar-Ridha (a.s.) nacque l'11 di zil-qa'dah nell'anno 148 dell'Egira. Quando divenne Imam regnava il re Ma'mun figlio di Harun al-Rashid, che era morto. Per fingere di rimediare al male fatto al settimo Imam da parte di suo padre e per ingraziarsi gli iraniani che simpatizzavano per l'Ahlul-Bait, il re invitò l'imam ar-Ridhà (a) a Tus (città vicino a Mashhad, in Iran), che era la capitale del suo regno. Prima di partire per l'Iran, l'Imam (a) dichiarò suo successore e nono Imam il figlio Muhammad al-Jawad (a). Quando giunse a Neyshabur, una città in Iran, vi si fermò una notte. Prima di riprendere il viaggio, gli abitanti di quella città gli chiesero di narrare loro una tradizione del Profeta (saw). Egli raccontò: "Ripeto il racconto di mio padre riguardo al Profeta di Allah (saw) che disse: 'Le parole LA ILAHA ILLALLAH sono la mia fortezza e chiunque entri in questo posto fortificato sarà salvato dal mio tormento'". Poi l'Imam aggiunse: "Ci sono delle condizioni per entrare in questa fortezza (la salah, il digiuno, hajj, zakah, khums, aiutare i bisognosi, ecc.). Anch'io sono una delle condizioni". L'ultima frase vuol dire che il Santo Profeta (saw) aveva reso obbligatorio ai musulmani di seguire e riverire gli Imam. Ben presto il re dimostrò di essere uguale al padre e fece avvelenare l'imam Ridha (a.s.). Egli morì il 29 di safar nell'anno 203 dell'Egira e fu sepolto a Mashhad, in Iran, vicino a Tus.

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