venerdì 12 febbraio 2010

In occasione del martirio dell'imam Hasan (a.s.)

Il nostro secondo Imam (a.s.) era il figlio mag­giore dell' imam Alì (a.s.) e di Bibi Fatimah (a.s.). Quando il santo Profeta (saw) ricevette la bella notizia della nascita di suo nipote, si recò imme­diatamente a casa di sua figlia, prese in braccio il neonato e gli recitò l'adhaan nell'orecchio destro e l'iqamah in quello sinistro, poi, obbedendo all'ordine di Allah, gli mise nome Hasan. L'imam Hasan (a.s.) trascorse i primi sette anni della sua vita sotto la cura e la guida di suo non­no e questa precoce educazione permise al secon­do Imam (a.s.) di distinguersi nella conoscenza, pietà, tolleranza, intelligenza e coraggio.
L'imam Hasan (a.s.) e suo fratello l'imam Hus­ayn (a.s.), erano molto cari al santo Profeta (saw); a volte li portava sulle sue spalle e una vol­ta disse alla gente: "Hasan e Husayn sono le gui­de dei giovani del Paradiso".
Una volta Bibi Fatimah (a.s.) accompagnò i due bambini da suo padre e disse: "O Apostolo di Allah, questi sono i tuoi due nipoti. Lascia loro qualco­sa in eredità". Il santo Profeta (saw) replicò: "Hasan avrà la mia forma e la mia nobiltà e Hus­ayn la mia generosità e il mio coraggio". Da bambino, il secondo Imam (a.s.), ascoltava atten­tamente i versi del Sacro Corano allorché questi veni­vano rivelati. Con grande sorpresa del santo Profeta (a.s.), a volte sua figlia Fati­mah (a.s.) recitava in modo preciso il testo dei versetti appena rivelati, senza che il Profeta (a.s.) avesse avuto il tempo di insegnarglieli personalmente. Un gior­no le chiese come faceva ad averli già appresi e lei rispose che i versetti le erano stati insegnati da suo figlio Hasan (a.s.), che li aveva sentiti recitare da suo nonno in moschea, davanti alla gente.
L'imam Hasan (a.s.) era alquanto ricco e avreb­be potuto condurre una vita lussuosa, se lo aves­se voluto, preferiva, invece, spendere la sua ric­chezza per aiutare i poveri e i bisognosi. Per due volte nel corso della sua vita donò tutto il suo patrimonio in carità e iniziò tutto daccapo.
Un giorno, uno straniero si recò a Kufa e chie­se delle indicazioni ad un uomo che stava lavo­rando in un giardino. L'uomo gli indicò la strada e poi lo invitò a dividere con lui il suo pasto. Lo straniero, toccato da questa offerta, accettò. Gli fu dato del pane insipido e scoprì che era tal­mente duro, da risultare impossibile spezzarlo con il ginocchio e tanto meno con i denti. Provò ad inzupparlo nell'acqua per ammorbidirlo, ma anche quello non servì. L’uomo comprese il disagio del forestiero e gli indicò un posto dove offrivano cibo gratuito a tutti.
Quel luogo di ristoro apparteneva all'imam Hasan (a.s.), che personalmente diede il benvenuto allo stra­niero e gli servì un pasto caldo. Trascorso un po' di tempo, l'imam Hasan (a.s.) vide che il forestiero mangiava un boccone e ne metteva da parte un altro nella borsa che aveva al suo fianco. L'Imam (a.s.) gli disse di mangiare tranquillamente e che se gli serviva del cibo per la sua fami­glia, glielo avrebbe dato prima che ripartisse. Il forestiero rispose che non aveva fami­glia, ma che metteva da parte un po' di cibo per quell’agricoltore gentile che aveva incon­trato lì vicino e che si cibava solo di pane duro. Nel sentire queste parole l'imam Hasan (a.s.) sorrise e gli spiegò: "Quello è mio padre Alì, il Principe dei Musul­mani, vive di cibo semplice cosicché nessun biso­gnoso possa sentirsi a disagio in sua presenza".
Dopo il martirio dell'imam Alì (a.s.), l'imam Hasan (a.s.) divenne il Custode dell'Ahl-ul-Bayt e degli Sciiti.

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